Benvenuti in Sicilia, luogo di storia, tradizioni multisecolari, di gente generosa e dal cuore grande. Una terra lieta accarezzata dal vento a lambita dal più bello dei mari. Sì, descrivendo questo sontuoso nettare della maison Donnafugata è impossibile non stabilir relazioni con mondi e persone. Qui si va ben oltre una mera scheda tecnica: quella la sanno fare in molti, ma un vino sì austero e avvolgente merita di più. In ogni caso è congruo descriverlo poiché la bellezza e la bontà non vanno celate. Il colore è un ammiccante rubino con riflessi leggermente ambrati. Il profumo è complesso e irresistibile: aromi intensi di frutta sottobosco, note balsamiche, spezie (specie di cannella) e leggere note ossidative. In bocca è delicato, morbido ma con una lieve verve acidula, che denota virtù minerali, e poi un’esplosione di tannini. Il finale è persistente e riprende tutto l’itinerario gustativo iniziale. Anni fa scrissi di questo vino per una rivista del settore. Intenzionalmente accostai l’ambrosia al romanzo Cent'anni di solitudine di Gabriel García Márquez. Cent’anni di solitudineè la storia delle sette generazioni della famiglia colombiana dei Buendía, e proprio per immergermi nei meandri del tomo scelsi di sorseggiare il Mille e una Notte. La continuità del tempo e dei fatti è appunto il cardine del romanzo di Márquez. Del resto con un nettare come questo che sono cent’anni, che valore può avere il tempo se le mani dell’uomo strappano a Madre Natura tanta bontà? E ritornando al vino, al Mille e una Notte 1999 sorseggiatelo piano, a piccoli sorsi e poi aprite i cancelli alla fantasia quale tributo alla libertà e al sogno, da sempre le uniche vere ricchezze dell’umanità. Per palati esigenti e per quanti apprezzano la vita e i doni che essa offre.
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