Il Sole sembrava poco propenso a tramontare: le colline dietro le quali abitualmente iniziava a lanciare i suoi “arrivederci a domani” da un po’ di tempo avevano catturato l’attenzione dell’eterno dispensatore di luce e calore. In effetti, da vari giorni anzi, più esattamente, da quando un prorompente giallo-oro aveva incominciato ad occhieggiare festoso fra i pampini orgogliosi di una vitis vinifera che madre natura aveva incastonato tra gli iridescenti noccioli, gli orgogliosi peri, i succosi meli e gli ombrosi castagni, il tram tram quotidiano della comunità collinare era decisamente cambiato. Ciò che però incuriosiva particolarmente l’infaticabile viaggiatore celeste era quel giocoso rincorrersi di uomini e donne che, cantando a squarciagola, riempivano zucche svuotate di quelle invitanti, lucenti, strane palline dal dolce sapore. Helios, così era chiamato dallo stregone del villaggio l’astro fulgente e fonte costante di vita, tentò invano di attardarsi per capirne di più su quell’indemoniato putiferio, ma fu decisamente redarguito da Monna Luna per l’immotivato ritardo nelle consegne delle eteree vie celesti. A dire il vero fratello Sole non dormì quella notte perché nonostante le sue più disparate ipotesi, il problema di quella poco usuale gioia sfrenata non trovava soluzioni plausibili. Rimessosi in viaggio di buon mattino, durante la pausa caffè, opportunamente garantita da una repentina e, per certi versi strana nuvolaglia, si recò dal sempiterno Giove e lo pregò di toglierlo dall’impaccio che lo aveva tenuto sveglio per tutta la notte. Il tonante padre di tutti gli dei lo guardò con benevolenza e, dopo un salutare sospiro, sentenziò: mio caro ed infaticabile viaggiatore del cielo se tu non fossi sempre così preso dal tuo amato lavoro ti saresti accorto già da tempo che alle insistenti preghiere degli uomini per una migliore qualità della loro vita ho dato una risposta dalla duplice valenza, l’uva infatti sarà il frutto del desiderio ed il vino, logica conseguenza, diventerà la sublimazione della gioia, ma anche la fonte del più folle delirio.
Leonardo Vecchiotti
Leonardo Vecchiotti